Conoscete la storia della nostra ricetta più famosa?
Chi ha inventato la pizza? A questa domanda molti di voi risponderanno sicuramente gli italiani. E se vi dicessimo che non è così semplice stabilirlo?
La pizza è amata e adorata in tutto il mondo come la regina del cibo italiano. Da una parte all’altra del globo è facilissimo trovare pizzerie italiane (o presunte tali), eppure dobbiamo accettare la realtà: la pizza italiana non fu la prima ad essere preparata ed assaggiata!
La storia della pizza inizia molti molti anni fa. Pensate che dobbiamo risalire fino alla Preistoria!
Siamo in pieno Neolitico, la fase più recente dell’età della pietra. I nostri antenati si sono evoluti e adesso oltre a ad andare a caccia cominciano a creare i primi insediamenti e a dedicarsi all’agricoltura. Ma soprattutto, iniziano a preparare e cuocere cibi più complessi. Tra questi, c’è anche un pane che oggi potremmo chiamare azzimo, preparato cioè solo con farina di cereali e acqua, senza lievito.
Poi la svolta: il lievito. I primi ad utilizzarli furono un’antica civiltà affascinante che viveva nel deserto. Grandi piramidi, gatti venerati come dei e uso smodato dell’eye liner.
Gli Antichi Egizi. È grazie a loro che si deve la scoperta e l’utilizzo del lievito. Una svolta determinante per il pane che da quel momento acquisì quelle caratteristiche che oggi adoriamo: morbidezza, sofficità, fragranza.
La storia della pizza continua.
Dal semplice pane a base di acqua, farina e lievito si arriva ben presto alla preparazione di una sorta di schiacciata di grano cotto al forno sulla quale venivano appoggiati i cibi. Un’usanza comune a tutti gli antichi popoli del Mediterraneo era infatti quella di utilizzare questa “pizza” come piatto dal quale mangiare altri alimenti.
Fino a che il sommo poeta Virgilio non dà un piccolo suggerimento gastronomico. Forse non sarà chi ha inventato la pizza, eppure il suo eroe Enea fu tra i primi ad addentare la madre dell’odierna pizza. Pare, infatti, che fosse talmente affamato dalle fatiche delle sue imprese, da essere costretto a mangiare anche la “mensa”.
E dalla letteratura antica facciamo un grande balzo in avanti fino ad arrivare all’anno 997.
Siamo nella campagna campana di Gaeta e in un contratto di locazione di un mulino, appare per la prima volta scritta la parola “pizza”. Le condizioni di pagamento dell’affitto prevedevano infatti oltre al canone, anche un omaggio di “duodecim pizze” al proprietario il giorno di Natale e di Pasqua. Non sappiamo esattamente che tipi di pizze intendesse il contratto, probabilmente si trattava di focaccia. In ogni caso, alzi la mano chi non vorrebbe ricevere almeno una volta l’anno una dozzina di pizze, focacce, schiacciate…
Nei secoli a venire, abbiamo diverse testimonianze dell’evoluzione della pizza e tutte riconducono allo Stivale. Sempre di più ci si avvicina alla pizza che oggi noi tutti conosciamo e amiamo nelle sue squisite varianti, dalle focacce alle schiacciate, dai calzoni alle pizze dolci. Cambiano gli ingredienti e al posto dello strutto si fa sempre più strada l’olio d’oliva e le erbe aromatiche.
Una fonte è l’opera di Giovan Battista Basile “Il Cunto de li Cunti” della prima metà del Seicento. Una raccolta di fantasiose fiabe che hanno ispirato molti artisti nei secoli a venire, ad esempio dai celebri Fratelli Grim a cavallo tra Settecento e Ottocento al contemporaneo regista nostrano Matteo Garrone nel suo “Tales of Tales”. Tra le fiabe di Basile, un estratto de “Le due pizzelle” recitava: “Fra tanto, partuto lo marito, essa, ch’era cossì cannaruta come potrona, non attese a d’autro c’a pigliare mappate de farina ed agliare d’uoglio ed a fare zeppole e pizze fritte”.
In seguito, il formaggio prese piede nella preparazione della pizza e finalmente entrò in scena un ingrediente del quale oggi non riusciremmo mai a farne a meno.
Proprio così, il pomodoro. Nato in America, in Italia trovò la sua seconda casa a partire dal Cinquecento. Ma solo un secolo più tardi entrò a pieno regime nella nostra alimentazione. Fino ad arrivare a condire la pizza nel Settecento, come ci dice Vincenzo Corrado nel suo “Il Cuoco Galante” del 1773.
Da lì il passo verso la Margherita, il passo fu breve. Ma questa è un’altra storia che vi abbiamo già raccontato, cliccate qui per saperne di più.
E va bene, non vi abbiamo svelato chi ha inventato la pizza.
Non sappiamo esattamente dove e chi ha l’ha preparata per primo, però quello che è certo è che la pizza come la conosciamo noi, a partire dalla Margherita è senza dubbio una prelibatezza 100 % made in Italy. Non a caso nel 2010 il Parlamento europea riconosce la pizza come Specialità Territoriale Garantita (STG). Nel 2017, poi, è la volta della pizza napoletana, ammessa dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità.
La pizza ormai è uno dei cibi più diffusi e amati al mondo. Forse anche troppo direte: quante volte avete storto il naso alla vista della tanto odiata pizza ricoperta di gialli bocconi di ananas? È la globalizzazione, ragazzi. Quello che vi possiamo assicurare è che Alice Pizza, ovunque andrà non compirà mai questi scempi. La qualità del nostro prodotto è sempre garantita: dal nostro primo punto vendita in Via delle Grazie all’ombra di San Pietro a tutti gli sparsi per lo Stivale, fino alle nostre pizzerie all’estero, come quella a Philadelphia e a Dubai. Per scoprire il punto Alice più vicino a voi, cliccate qui e inserisci il nome della vostra città.